“Bella ciao” canzone simbolo della Resistenza
Bella ciao è uno dei canti popolari italiani più noti a livello mondiale. Considerata simbolo della Resistenza, questa canzone riuscì a imporsi al di sopra degli altri canti partigiani dopo la metà degli anni Sessanta.
Secondo alcuni storici le ragioni di questo successo si devono al suo essere poco connotata dal punto di vista politico. Il suo riferirsi ad un generico “invasor” la rese infatti adatta alla rappresentazione unitaria della Resistenza promossa in quegli anni dai governi di centrosinistra. A questo scopo non si prestava invece una canzone come Fischia il vento, canto partigiano che godette di un’ampia diffusione ma che contiene espliciti richiami all’ideologia comunista.
Le prime ricerche sulle origini di Bella ciao
Gli anni Sessanta, accanto all’affermarsi del successo di Bella ciao, videro anche l’emergere di un crescente interesse per il canto popolare da parte di gruppi di studiosi come quello del Nuovo Canzoniere Italiano. Questo gruppo, riunito dallo storico Gianni Bosio e dall’etnomusicologo Roberto Leydi, fu autore di importanti ricerche sul campo ma anche di produzioni editoriali e discografiche incentrate sul canto sociale.
Furono alcuni studiosi del Nuovo Canzoniere Italiano i primi a interessarsi allo studio di Bella ciao. Le ricerche volte a risalire alle sue radici guardarono al repertorio del canto popolare al quale attingevano la maggior parte dei canti partigiani. A ciò si aggiunsero anche le numerose testimonianze di uomini e donne che affermavano di custodire la vera storia di quella canzone.
Scorrendo qui sotto si possono vedere alcune di queste testimonianze.
Un canto dalla risonanza globale
La ricerca volta a ricostruire la storia di Bella ciao conduce anche al di fuori dei confini nazionali, confini che questa canzone continua ancora oggi ad attraversare essendo diventata il canto simbolo di tutto coloro i quali lottano in difesa della libertà.
A dare un forte impulso al successo internazionale di Bella ciao furono inizialmente i festival della gioventù voluti dai rappresentanti delle associazioni giovanili antifasciste alla fine della Seconda guerra mondiale. La sua carica contestataria è poi riemersa anche negli anni Duemila grazie al movimento no-global, che l’ha riportata nelle piazze in occasione delle manifestazioni contro il G8 di Genova nel 2001.
In seguito, fu la serie televisiva spagnola del 2017, La casa del papel, a dare nuovo slancio al successo planetario di Bella ciao. Qui la canzone torna in numerosi episodi della serie, incentrata sulla storia di un gruppo di rapinatori che ha l’obiettivo di colpire la Zecca di Madrid.
Di seguito sono riportati alcuni luoghi raggiunti dalla diffusione internazionale di Bella ciao.
Guardando al circuito della produzione musicale, è significativo ricordare che non sono mancate le interpretazioni di Bella ciao da parte di artisti famosi. In particolare Bella ciao è presente nella produzione di quei cantati che hanno a cuore il repertorio della tradizione popolare. Tra questi si possono citare Francesco De Gregori e Giovanna Marini, che propongono una versione di risaia di Bella ciao nell’album Il fischio del vapore, e i Modena City Ramblers che interpretano il canto partigiano nell’album Riportando tutto a casa. Per guardare al contesto contemporaneo, una versione di Bella ciao la si trova anche nell’album dell’artista vicentino Luca Bassanese intitolato Piazza Bassanese e uscito nel 2022.
Conclusione
In conclusione si può dire che Bella ciao sia riuscita a farsi portatrice dell’elemento centrale dell’esperienza resistenziale. Questo elemento è quello della libertà, tema che l’ha resa il punto di riferimento di tutti coloro i quali decidono di prendere la parola e lottare in difesa di questo valore fondamentale.
Oggi in particolare Bella ciao viene cantata in farsi, lingua persiana parlata in Iran, dalle donne che protestano contro le rigide leggi morali del regime iraniano. Proteste esplose in seguito alla morte di Mahsa Amini, arrestata perché non indossava correttamente il velo e uccisa in carcere.