Il “Prete Rosso”

Chiesa della Pietà, Venezia (da Wikimedia Commons)
Antonio Lucio Vivaldi è certamente considerato il compositore italiano più rinomato del periodo barocco. Nato il 4 marzo 1678 a Venezia, era figlio di Camilla Colicchio e Giovanni Battista Vivaldi, violinista della Cappella di San Marco. Nel 1703 Antonio Vivaldi venne ordinato come sacerdote ma a causa di una malattia respiratoria cronica fu ben presto costretto a rinunciare alla celebrazione delle messe. Sempre nel 1703 iniziò il suo impegno come insegnante di violino stipendiato presso la Pietà, uno dei quattro orfanotrofi-conservatori per ragazze. Da questo momento sarà riconosciuto come “Il Prete rosso”, probabilmente per il suo colore di capelli.
La sua direzione artistica

Frontespizio de Il cimento dell’armonia e dell’inventione, raccolta di concerti di A. Vivaldi. (da Wikimedia Commons)
Antonio Vivaldi è riconosciuto per il suo nuovo linguaggio nel campo della musica strumentale, nello specifico riguardo ai concerti. Le quattro stagioni, appartenenti alla raccolta Il cimento dell’armonia e dell’invenzione (1723-1725), sono i suoi concerti solistici più noti, accompagnati forse da sonetti dimostrativi, scritti da Vivaldi stesso. Qui il compositore impiega il ritornello, forma che permette di presentare il soggetto generale della composizione e utilizza i movimenti lenti, che servono a rappresentare gli strati statici della scena, proprio come accade in un dipinto. Un esempio è il Largo della Primavera nel quale il violino solista descrive un capraio dormiente. Le altre composizioni di Vivaldi rientrano nelle sue opere sacre, come la Juditha Triumphans (1716), che presenta in allegoria la guerra tra Venezia e Turchia, e nelle sue opere di musica profana vocale, nelle quali il compositore veneziano si limitava ad accompagnare le parole del librettista. La linea orchestrale in Vivaldi tuttavia risulta del tutto autosufficiente e indipendente e riusciva in ogni caso a dipingere la linea vocale.
Il teatro d’opera

Antonio Vivaldi nel 1725 (xilografia di François Morellon la Cave (da Wikimedia Commons)
Il Prete rosso si dedicò inoltre al teatro d’opera, compromesso tra le sue due grandi tendenze, la musica strumentale e la musica vocale sacra. Fu il decennio 1720–1730 in cui Vivaldi, in qualità di compositore teatrale, ottenne maggior successo: le sue opere furono commissionate dai teatri di Firenze, Roma e Milano e riuscì anche a suonare in privato per il Papa. Al termine di questo periodo le sue opere non furono più di moda e si dedicò dunque alla sua attività da impresario in numerose città della Terraferma, dove la concorrenza non era forte. Tra il 1740 e il 1741 Antonio Vivaldi si recò a Vienna per allestire due sue opere, forse indice di un rinato interesse per il melodramma, tuttavia morì il 28 luglio 1741, nella casa di un sarto presso il quale era stato ospitato.
I mecenati
In più occasioni Vivaldi dimostrò di essere interessato a ottenere la protezione delle personalità più di spicco dell’epoca. Oltre ai musicisti d’Oltralpe, soprattutto tedeschi, che giungevano al seguito dei loro protettori per diventare suoi apprendisti, Vivaldi lavorò per uomini illustri come Philipp Von Hessen-Darmstadt, principe e governatore di Mantova e il duca Franz Stephan von Habsburg-Lothringen, destinato a diventare imperatore. Compose inoltre in onore della monarchia francese, tra cui una serenata per le nozze di Luigi V e Maria Leszczyńska e un Te Deum per celebrare la nascita delle loro prime due gemelle.
Influenza

Vivaldi ispirò Johann Sebastian Bach, maestro del contrappunto (da Wikimedia Commons)
Lo stile di Vivaldi ebbe fortuna per la riduzione della sua musica all’essenzialità, preparando dunque il terreno allo stile classico. Contemporaneamente, per il sentimento che si cela nelle sue composizioni, riuscì ad anticipare anche il movimento romantico. Fu la Germania invece che rimase notevolmente colpita da Vivaldi: lì non era presente né una tradizione concertistica, né un forte stile locale. La sua musica giunse fino al compositore Johann Sebastian Bach (1685–1750), che inserì tra le sue trascrizioni per organo e clavicembalo nove concerti vivaldiani. Il contenuto delle Quattro stagioni, che anticipa il tema della natura che sovrasta l’essere umano, ebbe in generale risonanza nell’ambito austriaco e tedesco, influenzando il ciclo Die Tageszeiten di Georg Philipp Telemann (1681–1767), la trilogia sinfonica Le matin – Le midi – Le soir di Franz Joseph Haydn (1732–1809) e la sinfonia Pastorale di Ludwig van Beethoven (1770–1827).
Le opere di Vivaldi oggi
Nonostante i generi e il gusto del pubblico si siano evoluti nei secoli, Antonio Vivaldi continua a fungere come ispirazione, anche se a solo livello tematico. Negli anni sessanta e settanta del secolo scorso il compositore argentino Astor Piazzolla (1921-1992), scrisse quattro pezzi di musica tango nella raccolta Cuatro Estaciones Porteñas. Al giorno d’oggi L’Estate è diventata invece il simbolo da parte del pubblico per identificare i virtuosi. Ciò è esemplificato dall’esibizione della studentessa Sue Son nello studio di Britain’s Got Talent nel 2009.
Questo conferma che l’influenza di Antonio Vivaldi non si è di certo fermata con il romanticismo e che il peso che continua ad esercitare si configura con l’evoluzione della musica anno dopo anno.