Idee di relazione tra uomo e natura
Oggi molte persone pensano all’impatto che le nostre azioni hanno sul pianeta. Nel XXI secolo tendiamo a sentirci in colpa se usiamo prodotti usa e getta e prodotti chimici. Nonostante ciò, se ci si chiede da dove venga questo senso di colpa, la risposta non è facile da trovare. Già nell’antica Grecia esisteva una visione animistica del mondo: i filosofi del tempo equiparavano gli oggetti animati a quelli inanimati, la mente alla materia. Questo tipo di visione fu trasformato in un sistema che concepiva uomo e natura come due entità separate, grazie al concetto platonico di dualismo. Da quel momento, fino alla seconda parte del XX secolo, la natura fu costantemente oggettificata dagli uomini. Certo, diverse personalità come Spinoza tentarono di argomentare come la natura includesse anche l’essere umano, ma questo concetto non ebbe forte presa. Servirà aspettare la seconda metà del XX secolo e la pubblicazione del libro Silent Spring di Rachel Carson per vedere rinascere l’idea di connessione tra uomo e natura. Nel suo libro, pubblicato per la prima volta il 27 settembre del 1962, possiamo trovare un indizio sull’origine del nostro rapporto con la natura.
L’esploratrice della natura

Foto di Rachel Carson (da Wikimedia Commons)
Rachel Carson nacque nel 1907 nella cittadina di Springdale, a circa 18 miglia da Pittsburgh. Durante la sua infanzia, ebbe numerose opportunità di esplorare la natura nella fattoria di famiglia, grande circa 65 acri. Nel 1925, si immatricolò all’Università per donne del Pennsylvania per studiare letteratura inglese, ma al secondo anno decise di passare a biologia. Dopo essersi laureata con lode nel 1929, ottenne una borsa di studio estiva dall’Istituto di ricerca in biologia marina Woods Hall, che le permise di conoscere il mare per la prima volta nella sua vita. Decise quindi di iscriversi al corso di laurea magistrale in zoologia dell’Università Johns Hopkins, laureandosi nel 1932.
Nel 1935, alla morte del padre Robert, fu costretta a tornare a casa per prendersi cura della famiglia. Grazie alla sua vecchia mentore universitaria, Mary Scott, ottenne una posizione temporanea presso l’Istituto nazionale per la pesca, come scrittrice per una serie di trasmissioni settimanali educative, intitolata Romance Under the Waters. Qui, Carson imparò a scrivere per il pubblico, tra il quale ottenne un’ottima reputazione.
Eventi che cambiano la vita
Un po’ alla volta Carson stava costruendo la sua reputazione come scrittrice di libri sul tema dell’ambiente. Ma due eventi, legati all’uso di pesticidi, stavano per cambiarle la vita. Il primo fu l’operazione per eradicare le formiche di fuoco dal Sud America, condotta dal Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti tra il 1957 e il 1958. Nonostante le formiche di fuoco non causassero grandi problemi all’uomo, e nonostante le proteste di numerosi scienziati, il Dipartimento per l’agricoltura continuava a negare che l’uso di pesticidi portasse alcun danno.

Pubblicità dell’insetticida DDT, con su scritto “Il DDT mi fa bene!” (da Flickr)
Il secondo evento fu il piano messo in atto dal Governo del Massachusetts nell’estate del 1957 per eliminare le zanzare dalla costa settentrionale usando il famoso pesticida DDT. Questo pesticida, che trasportato dal vento raggiunse città vicine come Duxbury, uccise diverse specie animali e causò numerose proteste. A queste ultime partecipò anche un vecchio amico di Carson, il Signor Huckins, che scrisse una lettera di denuncia al giornale di Boston “Herald”. Questa lettera raggiunse anche Carson, che rimase stupita dall’inattività del Governo e decise di studiare personalmente i danni dei pesticidi.Â
Silent Spring
Prima ancora di pubblicare le sue ricerche nel libro Silent Spring, Carson ricevette numerose critiche e attacchi. Questo perché la sua pubblicazione avrebbe svelato i danni dei pesticidi e le lobby delle aziende chimiche, che queste ultime nascondevano da anni. Nonostante questi attacchi, Carson era convinta che il pubblico avesse il diritto di conoscere gli effetti degli agenti chimici sulla natura e pubblicò lo stesso il libro.
Silent Spring inizia con una favola, la storia di un villaggio pacifico dove un giorno gli uccelli smettono di cantare. Grazie alla sua esperienza di scrittrice, Carson sapeva che questo sarebbe stato il modo migliore per arrivare al pubblico. Nel libro, Carson spiega accuratamente i cambiamenti negativi dell’ecosistema e l’arroganza degli uomini, che cercando di dominare la natura tramite la chimica, in nome del progresso.
Gli effetti del libro
Dopo la pubblicazione del libro, lo stesso Governo degli Stati Uniti inizio ad investigare l’uso dei pesticidi. Solo un anno dopo che Silent Spring era apparso sugli scaffali delle librerie, il Governo pubblicò un rapporto intitolato The Use of Pesticides, che raccomandava l’eliminazione graduale dell’utilizzo di pesticidi. Purtroppo, i più grandi cambiamenti arrivarono solo dopo la morte di Carson, avvenuta il 14 aprile 1964, dopo una lunga battaglia contro il cancro.
Il 22 aprile 1970, la prima Giornata della Terra ebbe luogo negli Stati Uniti. Lo stesso anno, su iniziativa del Presidente Nixon, l’Agenzia per la protezione ambientale fu fondata. Due anni dopo, nel 1972, gli Stati Uniti proibirono definitivamente la vendita di DDT per uso domestico e vennero messe in atto leggi fondamentali quali il Clean Water Act e l’Endangered Species Act. Nonostante Rachel Carson fosse già passata a miglior vita, il suo impegno non passò inosservato, anzi, divenne la base per i più grandi movimenti ambientalisti del XX e del XXI secolo.Â
Quello che Rachel Carson voleva lasciarci

Cartellone davanti alla fattoria di Rachel Carson (da Wikimedia Commons)
Prima di tutto, Rachel Carson voleva proteggere la natura che tanto amava. Per questo, voleva che il suo libro fosse compreso da tutti, non solo dagli esperti. Scrivendo per un pubblico ampio, Carson era convinta che sempre più persone avrebbero condiviso la sua idea e così sarebbe stato possibile risolvere il problema ambientale. Un problema di cui ancora soffriamo.
Rachel Carson ci dimostra soprattutto che anche una singola persona ha il potere di cambiare il mondo. L’inquinamento, la questione climatica, sono davanti a noi e non possiamo chiudere gli occhi. Abbiamo due strade davanti a questo problema: ignorarlo o affrontarlo. Qualsiasi strada decidiamo di prendere, dobbiamo però sapere che rimarrà sempre legato alle nostre vite, perché è sempre stato e continuerà ad essere un nostro problema.