Tra turismo e lavoro
Con l’inaugurazione nel 1864 della linea ferroviaria che dalle città di Pistoia e Bologna giunge tramite la via Porrettana fino al paese montano di Pracchia, la Montagna pistoiese si apre alla modernità. La zona diventa così meta turistica di tutta Italia. Grazie agli efficienti collegamenti e al piacevole clima di cui si può godere, l’area montana vede la presenza di numerose personalità che qui arrivano in villeggiatura. Stiamo parlando di persone come Wagner, Puccini, Pascoli, Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio.
Fino a quel momento la strada principale è costituita dalla via Ximeniana che giunge fino al passo dell’Abetone. In un primo momento gli spostamenti continuano a essere svolti grazie alle carrozze. Ma per agevolare ulteriormente la mobilità umana da un paese all’altro, soprattutto per gli operai che lavorano sul territorio, tra il 1926 ed il 1965 viene messa in funzione la Ferrovia Alto Pistoiese (FAP).
La Ferrovia Alto Pistoiese

La vecchia stazione ferroviaria della FAP presso Pracchia (da Wikimedia Commons)
I primi progetti
Il territorio diventa oggetto di grandi cambiamenti. Al termine del XIX secolo, Vilfredo Pareto (1848-1923), direttore della Società delle Ferriere Italiane, incarica Cipriano Turri di progettare una linea ferroviaria. Questa deve agire da collegamento complementare della Porrettana tramite il centro turistico di Pracchia con Mammiano, paese noto per le sue ferriere dal quale si poteva raggiungere poi La Lima, dove erano site le cartiere. Il progetto originale prevede la costruzione di una galleria (mai realizzata per i costi eccessivi) nel Monte Oppio, “crinale” di divisione tra l’area montana più vicina al confine con l’Emilia Romagna e con la città di Pistoia.

Il ponte ferroviario della FAP sul fiume Reno (da Wikimedia Commons)
La costruzione della FAP
Nel 1919 iniziano i lavori sulla base del progetto di Luigi Orlando e Alberto Lodolo. È lo stesso Lodolo, presidente della centrale della Società Elettrica Ligure Toscana (SELT) che ha uno dei suoi centri presso La Lima, a fornire l’elettricità atta al funzionamento della linea ferroviaria (1200 Volt). Il territorio da coprire, lungo circa 16 km, subisce forti modifiche. Disseminato di ostacoli naturali quali fiumi, vengono costruiti due ponti per permettere il passaggio della linea, nonché numerosi tornanti.
Durante i primi anni del secondo conflitto mondiale la ferrovia non resta inutilizzata. Le munizioni prodotte nelle fabbriche della SMI (Società Metallurgica Italiana) di Campo Tizzoro sono fatte circolare proprio grazie alla linea. Ma nel 1944, con l’attestarsi del fronte sulla vicina Linea Gotica, la ferrovia subisce un periodo di interruzione a causa dei gravi bombardamenti che la colpiscono.
Nel 1951 la linea ferroviaria è ceduta dalla SMI all’ente pistoiese di trasporti autobus SACA. Con questo passaggio di mano la ferrovia incontra un lento declino. Il servizio è gradualmente sostituito dagli autobus per poi essere definitivamente soppresso nel 1965.
Le industrie sul territorio
Ferriere e cartiere
La rivoluzione industriale permette all’area di compiere un grande balzo in avanti con la costruzione di ferriere e cartiere. La funzione principale della ferrovia diventa quindi quella di permettere agli operai di raggiungere il luogo di lavoro.
La prima area di interesse è la valle su cui è sito il paese di Mammiano. L’attività ferriera qui è già radicata da secoli. Nel 1704 la Magona Granducale (la società che detiene il monopolio della produzione del ferro) apre le ferriere. Queste aumentano di numero e vengono suddivise in ferriere “di cima”, “di mezzo” e “di fondo”. Con la soppressione della Magona nel 1836, è solo alla fine del XIX secolo che lo stabilimento industriale viene acquistato dalla SMI.

La cartiera della Lima (da Wikimedia Commons)
Un altro esempio di come il collegamento ferroviario ha avuto un ruolo di svolta nella nascita delle industrie sul territorio è il caso della cartiera sita presso La Lima. Qui, nel 1822, Giovanni Cini costruisce il primo stabilimento industriale. Il nuovo stabilimento del 1906 viene munito di una centrale idroelettrica. Un altro fattore che contribuisce a far prosperare La Lima è la vecchia strada Ximeniana che qui trova una biforcazione: da un lato prosegue verso il confine con l’Emilia Romagna, dall’altro giunge fino in Lucchesia. In tal modo il piccolo paese montano diventa un attivo centro di passaggio di merci e di produzione industriale su grande scala.
Soltanto con la Seconda Guerra Mondiale e con il dopoguerra la cartiera fallisce chiudendo la sua attività; una sorte ben diversa dalle poco lontane ferriere che continuano ininterrottamente la loro produzione di armamenti destinati al fronte negli anni del conflitto.
La fine delle industrie sulla Montagna pistoiese
È proprio il collegamento della linea ferroviaria che permette al territorio della Montagna pistoiese di imporsi come un centro industriale. L’uomo riesce quindi a sfruttare le risorse del territorio, talvolta modificando quest’ultimo.
Oltre alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, un altro fattore che spiega la chiusura progressiva delle attività industriali sopra analizzate è il fenomeno della migrazione.
Lo spopolamento

Una carbonaia sulla Montagna Pistoiese (da Wikimedia Commons)
Numerose sono le maestranze che si spostano verso il territorio della Maremma e delle grandi città di Pistoia, Prato (molto importante per la lavorazione tessile) e Firenze. Le attività in cui sono specializzati gli abitanti della zona montana consistono nella lavorazione della legna, in quella della lana nelle filande, nella produzione del ghiaccio nelle ghiacciaie site nella valle del fiume Reno e nella costruzione di carbonaie.
È così che la manodopera inizia a essere richiesta nei grandi centri cittadini, spopolando di fatto la Montagna pistoiese. Ma il grande successo della Ferrovia Alto Pistoiese non è solo legato all’agevolazione dello spostamento degli operai sul territorio, in quanto essa favorisce anche la diffusione del turismo. Proprio grazie a questi cambiamenti, nel corso degli anni la Montagna ha subito forti trasformazioni che ne hanno permesso un’ulteriore rinascita.