Il successo imprenditoriale dell’Eni di Mattei
Fu con Enrico Mattei, presidente originario dell’Eni, che l’Italia visse uno dei momenti più fulgidi della storia repubblicana. L’Eni è un’azienda multinazionale creata dallo Stato italiano come ente pubblico nel 1953 e Mattei ne fu presidente fino al 1962, anno della sua misteriosa morte su un volo aereo precipitato nelle campagna di Bascapè, in provincia di Pavia.
Il mercato petrolifero mondiale era ai tempi composto dalle cosiddette “sette sorelle”: la Exon, la Mobil, la Texaco, la Standard Oil of California, la Gulf Oil, la Royal Dutch Shell e la British Petroleum, che producevano il 92% del petrolio grezzo e ne commercializzavano il 75%.

Mattei e Abderahim Bouabid, ministro dell’economia del Marocco, firmano l’accordo petrolifero del 1958 (da Wikimedia Commons)
Mattei riteneva che il processo di decolonizzazione in atto per i paesi africani sarebbe stata un’occasione per l’Italia per diventare protagonista economico e politico del Mediterraneo, anche grazie alla sua posizione di vicinanza con i paesi nord-africani.
L’ostilità di Francia, Stati-Uniti e Democrazia Cristiana
In seguito al successo dell’Eni di Mattei e allo sviluppo dei suoi rapporti con il Medio Oriente, l’ambasciatore francese a Roma Duparc scrisse al ministro degli esteri francese: “L’Eni di Mattei cerca di spezzare il monopolio dei cartelli petroliferi anglosassoni per colpire al cuore le posizioni del capitalismo internazionale a vantaggio delle imprese statali italiane. Con le sue azioni di ricerca in Algeria e in Libia, Mattei sta cercando di sistemare a favore dell’Italia i rapporti fra i paesi sottosviluppati del terzo mondo e l’Occidente”. Se l’Italia era vista dal mondo arabo come una risorsa per migliorare le relazioni diplomatiche con l’Occidente, per i francesi l’Italia voleva “giocare” al gioco dei grandi e pretendeva di diventare la quarta potenza mondiale, cercando di ottenere il controllo su Mediterraneo e Medio Oriente, storicamente controllate dai francesi.
Mattei divenne così simbolo della crescita economica dell’Italia ma anche dell’anticapitalismo americano. Con il passaggio della presidenza Eisenhower a quella Kennedy ci fu un rappacificamento dei rapporti, siglato da un contratto segreto di 12 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo a condizioni superiori di quelle che Mattei avrebbe stipulato con i sovietici. Questo sarebbe servito per evitare l’aumentare dei rapporti fra Italia e Russia e lo sviluppo di un’eventuale dipendenza petrolifera dai serbatoi sovietici. Mattei era un uomo troppo tenace e difficile da controllare. Secondo il nipote di Mattei, l’attentato che portò alla sua morte avrebbe avuto luogo proprio per impedire l’accordo con Kennedy.
In Italia la morte di Mattei avrebbe avvantaggiato la Democrazia Cristiana, in quanto il successo di Mattei sarebbe stato determinante per lo sviluppo di una sinistra italiana già in grande crescita.
La morte di Mattei: un tradimento nazionale mascherato come incidente

I resti del bimotore su cui viaggiava Enrico Mattei (da Wikimedia Commons)
A partire dal 1993-1994 Gaetano Jannì, Tommaso Buscetta, Italia Amato e altri sostennero che Mattei fosse stato ucciso dalla mafia siciliana, desiderosa di rendere un favore alla consorella americana e alle Sette sorelle del cartello petrolifero. Sebbene il coinvolgimento mafioso sia molto probabile, è chiaro che gli interessi dietro alla morte di Mattei non possono essere totalmente riconducibili a uno scambio di favori fra enti mafiosi.
Secondo Vincenzo Calia le istituzioni politiche italiane stesse hanno aiutato ad organizzare l’attentato. L’occultamento delle prove e la diffusione della tesi dell’incidente è stata costantemente e ripetutamente sostenuta dalla stampa italiana, che ha schierato le sue migliori penne per evitare che venisse fuori una verità diversa dalla versione ufficiale. Mattei ha lottato politicamente per garantire un futuro economicamente vantaggioso al proprio paese ed è probabilmente stato ucciso con il consenso delle istituzioni che si stava impegnando a difendere. Questo episodio deve farci riflettere sull’influenza che i Paesi leader di un blocco militare possono esercitare sui paesi considerati “meno importanti” nel panorama mondiale.
Per approfondire l’argomento, vi consigliamo la visione del film di Francesco Rosi Il caso Mattei sulla morte dell’imprenditore e il video di divulgazione di Nova Lectio, che potete trovare qui sotto.