La nascita della moda della parrucca
L’idea di rendere popolare la parrucca è di Luigi XIV che a 35 anni fu colpito da calvizie e decise di indossarla. Fu lui il primo a non vergognarsi e anzi ad innalzare la parrucca a moda regale. Secondo Luigi XIV il posticcio non doveva dissimulare una capigliatura ma essere un evidente elemento decorativo. In questo modo nessuno poteva capire se dietro la parrucca vi era veramente una calvizie, e così il Re Sole riuscì a trasformare una menomazione in un punto di forza. Tutta Europa segue la moda della parrucca che diventa indispensabile nell’abbigliamento ed elemento di civiltà e cultura. La produzione di parrucche diventa un’arte, nascono più varietà e forme, aumentano artigiani e clienti.
Il significato sociale della parrucca
Nel diciassettesimo secolo la parrucca era un ornamento tipico degli aristocratici dell’Antico Regime, marchio esclusivo di alto status sociale, una caratteristica essenziale del costume nobiliare europeo. Nel XVIII secolo però la sua diffusione raggiunge i ceti più bassi e le teste più comuni, cessando di essere un simbolo associato all’alta gerarchia sociale. Michael Kwass, nel suo testo A Wig History of Consumption in Eighteenth-century France, analizza la nascita della società dei consumi partendo dalla diffusione della parrucca. Kwass si rifà a Norbert Elias, che partendo dalla tesi dell’emulazione di Simmel e Veblen sostiene che il desiderio degli uomini e delle donne di consumare deriva principalmente dalla rivalità sociale, cioè dal desiderio di mantenere o migliorare lo status sociale attraverso lo sfoggio materiale. Nella società moderna la classe superiore stabilisce lo standard di consumo per le classi subordinate, che si sforzano di imitare quello standard nella loro ricerca di status.
La moda della parrucca a Venezia
I rapporti fra la repubblica di Venezia e Parigi nel XVII secolo permisero che la pratica della parrucca venisse conosciuta dai cittadini della Serenissima, ma tale moda non fu accolta di buon occhio. Il Consiglio dei Dieci, organo potente della Magistratura Veneziana, nel 29 maggio 1668 proibì l’uso della parrucca ai cittadini della Repubblica e ai nobili in particolare. La tassa è di difficile esazione dato che la lista dei portatori di parrucca da tassare venne affidata ai parroci che, all’inizio del Settecento, declineranno l’utilizzo della barba (ad eccezione dei cappuccini) per convertirsi alla parrucca loro stessi.
Se si dovesse attribuire il merito della moda della parrucca a Venezia ad una singola persona, questa sarebbe il conte Scipione Vinciguerra di Collalto, che nella sera del 21 dicembre 1668 passeggia in piazza San Marco con una vistosa parrucca, sfidando il decreto del Consiglio dei Dieci. Da quel giorno in molti imitarono tale azione e la moda si diffonde in tutta la repubblica.
La parrucca e la società dei consumi

Jean-Jacques Rousseau con una parrucca da ceto medio, ritratto da Maurice Quentin de La Tour (da Wikimedia Commons).
La discussione relativa all’utilizzo della parrucca può avere un’ampia valenza simbolica se la si considera alla luce dell’aumento dei consumi del XVII secolo. Il diffondersi della moda della parrucca ai ceti più bassi è associabile alla diffusione del concetto illuministico di individuo e alla sua espressione tramite elementi estetici, concetto che nonostante le premesse ideologiche secolari non servì però ad appianare le differenze sociali e le gerarchie vigenti. Michael Kwass ritiene che i critici di moda e i produttori di parrucche del XVIII secolo, rimanendo curiosamente in silenzio sullo status sociale e sul rango, usavano la parola stampata per spostare l’attenzione del pubblico su un insieme alternativo di valori di consumo basati sulla convenienza, la natura e la fisionomica. Collegando la parrucca a questi valori, i leader del gusto distanziarono l’accessorio dalle sue origini aristocratiche, per collocarlo in un contesto sorprendentemente moderno. I leader del gusto pubblicizzarono l’idea che i francesi stessero vivendo una svolta nella storia, un momento in cui la società si stava liberando da una cultura materiale arcaica e stava abbracciando una nuova estetica del consumo.