I primi anni di Jamestown
La prima colonia inglese permanente in Virginia fu Jamestown, fondata nel maggio 1607 da 104 coloni, il cui primo leader fu John Smith. Nello stesso anno quest’ultimo entrò in contatto con gli abitanti della Confederazione Powhatan, una coalizione di una trentina di tribù che rispondeva al re nativo Wahunsunacock. La capitale di questo regno non era molto distante dal forte europeo appena fondato.
Smith imparò la lingua nativa per commerciare con gli indiani. Col tempo i suoi metodi divennero più aggressivi, motivati dalla situazione disperata dei coloni. Questi ultimi stavano morendo di fame, di malattie e subivano ripetuti attacchi da parte dei loro vicini. Le provviste provenienti dall’Europa scarseggiavano, alcune erano andate perdute a causa di diversi naufragi. In ogni caso, nel periodo in cui Smith rimase al potere, gli indiani non attaccarono mai apertamente Jamestown. La situazione cambiò quando il presidente inglese dovette abbandonare il villaggio a causa di un attentato alla sua vita.
George Percy e l’inverno 1609-10

Il sito di James Fort (da Wikimedia Commons)
Smith lasciò il Nuovo Mondo nel 1609 e George Percy lo sostituì. Quest’ultimo era un uomo debole, sia fisicamente che mentalmente, e non fu in grado di gestire la situazione instabile della colonia. I nativi ne approfittarono attaccando il forte e uccidendo chi usciva per cercare del cibo. Di conseguenza gli inglesi iniziarono a rinchiudersi all’interno della colonia. Percy non riuscì a razionalizzare in maniera equa le provviste e decise di istituire la pena di morte per molti crimini, sperando così di mantenere l’ordine. Ottenne l’effetto contrario.
Le persone iniziarono a mangiare i propri animali, come cavalli, cani e gatti, a cui seguirono ratti, topi e serpenti. Questo si può dimostrare oggi grazie al ritrovamento di una mandibola di cane che mostra segni di macellazione. La situazione era talmente tragica che alcuni coloni arrivarono addirittura a nutrirsi dei loro stessi stivali, delle loro scarpe e di qualsiasi altra pelle che riuscirono a trovare. Col crescere della fame nulla venne risparmiato: vennero esumati i morti dalle tombe e i loro corpi mangiati.
Nuove scoperte
Nel 2012 il team di archeologi del sito di James Fort portò alla luce alcuni frammenti di un cranio e di uno stinco di una ragazza inglese di 14 anni, soprannominata dagli studiosi “Jane”. I resti presentavano evidenti segni di macellamento. Furono individuati in un deposito di rifiuti del XVII secolo, nella cantina di un edificio costruito nel 1608. Gli studiosi attribuirono le lesioni del cranio, che sono tutte post mortem, a uno o a più assalitori. Douglas Owsley, uno dei più importanti antropologi forensi del mondo, analizzò le ossa e confermò che una mannaia e un coltello avevano causato le ferite sulla giovane. Bisogna ricordare che solo il 10% dello scheletro di Jane è stato recuperato, quindi non siamo ancora a conoscenza di tutti i danni subiti dal suo corpo.
L’analisi isotopica del terzo molare della ragazza ha poi individuato un alto contenuto di azoto che indica un’alimentazione ricca di proteine, al tempo scarse e costose. Jane, che era arrivata probabilmente nella colonia nell’agosto 1609, poteva quindi prestare servizio come cameriera presso una famiglia di alto rango.
L’importanza di Jamestown
Il ritrovamento dei resti di Jane dimostra quello che per secoli era una mera ipotesi: l’unico episodio certo di cannibalismo da parte degli europei durante il periodo coloniale dal 1500 al 1800 circa. Rimane sconosciuto il numero esatto delle persone cannibalizzate, ma sicuramente la giovane non fu un caso isolato. The Starving Time, termine coniato da Smith, ha segnato la storia della Virginia coloniale. Il caso di Jamestown diventerà un vero e proprio esempio (ed avvertimento) per le future colonie.
Bill Gallagher ha scritto la sceneggiatura per Jamestown, una serie tv britannica del 2017 prodotta da Carnival Films. Viene ambientata nel 1619, pochi anni dopo i tragici episodi analizzati, e segue la formazione di una delle più importanti comunità del Nuovo Mondo. Ebbe un discreto successo, tanto da confermare la creazione di una seconda e terza stagione.
Gli archeologi di Jamestown Rediscovery (un progetto archeologico che indaga sui resti dell’insediamento originale di Jamestown) hanno rinvenuto la mandibola di un cane in quello che probabilmente fu il primo pozzo di James Fort, scavato tra la fine del 1608 e l’inizio del 1609.
Il cannibalismo di Jamestown è stato dimostrato da un team di ricercatori dello Smithsonian Museum of Natural History, dello Historic Jamestown e della Colonial Williamsburg Foundation. Questi ultimi hanno presentato tale scoperta durante una conferenza stampa del 2013. Si tratta di un ritrovamento recente; prima si poteva solo ipotizzare la pratica del cannibalismo sulla base di alcuni resoconti storici.
Douglas Owsley ha individuato che a tagliare il corpo di Jane è stata una mano inesperta. Ha infatti notato come vi sia nei tagli esitazione e timidezza, non riscontrabili nella macellazione degli animali. Ciò face pensare agli studiosi di essere davanti all’atto di una persona disperata ed estranea al cannibalismo.