In Europa Occidentale dopo il Mille, nacquero molti movimenti religiosi in seguito a uno spontaneo fermento spirituale, un fenomeno culturale e sociale prodotto della vitalità della società . Di storia delle eresie s’incomincia a parlare dalla metà del Cinquecento, quando protestanti da una parte e cattolici dall’altra iniziano a pubblicare numerose opere. Per i primi, queste intendevano dimostrare i tradimenti romani e la veracità delle Chiese di Cristo; per i secondi, le vicende dei grandi personaggi legati al papato e le eresie riconosciute dai tribunali inquisitoriali. I moti ereticali saranno in stretto rapporto con i processi sociali ed economici del tempo e con i conflitti politici e istituzionali caratteristici dell’epoca medievale. Infatti, nel 1199 l’eresia venne definita delitto di natura pubblica, come il delitto di lesa maestà , rispondendo con strumenti del diritto e usando mezzi violenti. In particolare, fra XI e XII secolo emergeranno importanti figure che ispirarono anche movimenti e vere e proprie sette, come quelle che ora andiamo a vedere.
Valdesio di Lione (1140-1206)

Statua di Valdesio di Lione (da Wikimedia Commons)
Valdesio era un ricco commerciante di Lione che, a un certo punto, scoprì la propria vocazione religiosa. Decise di donare tutti i suoi beni ai bisognosi e di dedicarsi alla diffusione della parola del Vangelo. Provò ad ottenere l’approvazione ecclesiastica ma non obbedì al divieto di predicare. Per questo verrà condannato, perché usurpava un compito che secondo le gerarchie ecclesiastiche non gli spettava. Egli ricercava una vita povera ed evangelica ma riteneva di avere il diritto e il dovere di predicare, qualcosa di inaccettabile per la Chiesa.
Nel 1184, infatti, papa Lucio III lanciò la scomunica contro tutti coloro che predicassero senza essere stati autorizzati dal proprio vescovo. Quando il movimento valdese raggiunse una certa consistenza incominciò a sfaldarsi, in particolar modo in Italia settentrionale, dove si formarono diversi gruppi. Di Valdesio non si hanno più notizie e tuttavia la sua intuizione originaria di essere Apostolo di Cristo rimarrà viva e il movimento valdese, costretto alla clandestinità , riuscirà a sopravvivere nelle valli alpine francesi e italiane fino ai giorni nostri.
Arnaldo da Brescia (1090-1155)
Arnaldo era un canonico regolare di Brescia che iniziò a predicare contro i costumi del clero cittadino. Ebbe un notevole seguito che portò all’allontanamento del vescovo della città Manfredo. Trasferitosi in Francia, diventò allievo di Pietro Abelardo (1079-1142) filosofo e teologo francese, tra le più importanti figure della storia culturale del XII secolo. Per le loro idee in materia religiosa e teologica, sia Arnaldo che Pietro vennero fatti condannare dall’abate Bernardo di Chiaravalle.

Busto di Arnaldo da Brescia (da Wikimedia Commons)
Tornato nel 1145 in Italia, Arnaldo ottenne il perdono da papa Eugenio III. Ma quando arrivò a Roma trovò la città in piena rivolta, nel tentativo di fondare un organismo comunale. Arnaldo tornò ad essere perseguitato, perché aveva iniziato nuovamente a predicare in maniera troppo estremista, a detta di papa Adriano IV. A quest’ultimo fu consegnato dalle truppe dell’imperatore Federico Barbarossa, mentre cercava di fuggire. Sottoposto a processo, venne condannato all’impiccagione e poi il suo corpo venne bruciato e le sue ceneri disperse nel Tevere.
Arnaldo aveva cercato di ottenere una riforma ecclesiastica e religiosa ma si era trovato di fronte a forze abituate a ricorrere alla violenza per risolvere i problemi. Venne messo a morte nonostante le sue richieste di riforma non fossero molto dissimili da quelle di molti altri religiosi del tempo, che criticavano il potere temporale della curia romana e propugnavano una vita religiosa più austera e più povera. La differenza tra l’ortodossia e l’eresia dipenderà in molti casi dall’accettazione dell’autorità pontificia e dalla netta separazione tra clero e laicato.
Un movimento come gli Umiliati

Emblema dell’Ordine degli Umiliati (da Wikimedia Commons)
Sempre nel corso del XII secolo, alcuni cittadini della Lombardia decisero di vivere secondo rigorosi principi etici con momenti di culto e di predicazione comuni. Questo movimento prese il nome di Umiliati. Anche loro subirono la condanna della chiesa nel 1184, con il divieto di predicazione. Tuttavia, il loro movimento continuò a diffondersi nell’Italia centro-settentrionale. A seguito di un tentativo di riavvicinamento, papa Innocenzo III li riablititò con un compromesso sulla predicazione e ristrutturando il movimento in tre ordini separati così composti:
- un ordine laico di uomini e donne sposati che vivevano in casa propria;
- un ordine laico di uomini e donne non sposati che vivevano in comunità ;
- un ordine di chierici.
Ciononostante nel 1571, nel periodo della Controriforma, tali ordini vennero aboliti nel timore che scivolassero verso posizioni ereticali o di opposizione ai privilegi della Chiesa.
Dolcino di Novara (1250 circa-1307)
Dolcino fu probabilmente un discepolo di Gherardo Segarelli che, intorno al 1300, decise di dedicarsi alla predicazione. Molti nell’Italia centro-settentrionale diventeranno suoi seguaci. Il movimento di Dolcino chiedeva di poter vivere un rapporto col divino in autonomia e secondo il Vangelo. Anche questo per la Chiesa era inaccettabile. Nel 1304 Dolcino si trasferì con i suoi seguaci in Valsesia, ma dovette difendersi dalle milizie mandate dal vescovo di Vercelli. I dolciniani resistettero per due anni ma, nella primavera del 1307, vennero definitivamente sconfitti e catturati. Dolcino, con Margherita di Trento e Longino di Bergamo, le figure più rappresentative del gruppo, vennero condannati al rogo e bruciati vivi.
Di martiri e nuove confessioni
Nei primi anni del Trecento si fermò anche l’azione riformatrice della Chiesa. Questa era partita dall’XI secolo, con un aumento dell’intolleranza ecclesiastica verso qualsiasi forma di autonomia e con l’imposizione di una volontà volta a inquadrare qualsiasi aspetto della vita degli uomini. Inoltre, vi fu un cambiamento nell’organismo ecclesiastico con un rafforzamento dei poteri del papa e un irrigidimento dottrinale. Quest’ultimo sfociò in dure e violente repressioni contro coloro che non si erano allineati. All’inizio del XIV secolo la Chiesa cattolica riuscì a estirpare i movimenti religiosi che cercavano di vivere una fede più vicina al messaggio evangelico. La lotta contro privilegi e imposizioni, a cui non vollero sottomettersi, costò spesso a loro la vita. La loro lotta però non sarebbe stata vana: molti di loro, secoli dopo, sarebbero stati considerati dai protestanti come i precursori di quel movimento riformista che nel Cinquecento avrebbe dato luogo alla Riforma Protestante.

Lutero illustra le sue 95 tesi, appena affisse sulla porta della chiesa di Wittenberg. Ferdinand Willem Pauwels, 1872 (da Wikimedia Commons)