Siamo ancora abituati a pensare che le innovazioni scientifiche siano inevitabili tappe del cammino progressista dell’umanità. Ogni ostacolo all’avanzata delle scoperte scientifiche rivelatesi poi vincenti è considerato necessariamente frutto dell’ignoranza reazionaria.
Ne è un esempio la storia del medico ungherese Ignaz Semmelweis (1818-1865) e della sua celebre intuizione circa l’importanza di igienizzarsi le mani, cui è stato dedicato un Doodle il 20 marzo 2020. La febbre puerperale provocava un numero altissimo di decessi nei reparti maternità di tutta Europa. Nel 1847, presso l’Ospedale generale di Vienna, Semmelweis intuì che fosse causata dalla mancanza di misure igieniche adeguate da parte dei medici e degli studenti, che passavano dalle autopsie alle sale parto senza lavarsi le mani. Ma il corpo medico osteggiò fortemente la sua scoperta, poiché rifiutava l’idea di essere la causa prima della morte di tantissime donne. Così, Semmelweis finì i suoi giorni rinchiuso in un manicomio, dimenticato da tutti.
Ma è davvero andata così? Dana Tulodziecki ha messo in luce la debolezza delle argomentazioni scientifiche di Semmelweis, incapace di ribattere efficacemente alle ragionevoli critiche del pensiero medico dell’epoca. Per esempio, di fronte alla stagionalità con cui la febbre puerperale si presentava, non ebbe altra spiegazione da dare se non che medici e studenti lavoravano con impegno durante l’inverno, mentre d’estate erano distratti dalle attrattive della bella città di Vienna.
Se vuoi saperne di più puoi leggere Sherwin B. Nuland, Il morbo dei dottori. La strana storia di Ignác Semmelweis, Torino, Codice Edizioni, 2020 e Dana Tulodziecki, Shattering the Myth of Semmelweis, in «Philosophy of Science», 80, 5, 2013, pp. 1065–1075.