Nel 1872 uscì il romanzo dello scrittore francese Jules Verne Il giro del mondo in ottanta giorni: poter percorrere longitudinalmente l’intero globo divenne una suggestione diffusa, accentuata dalle nuove tecnologie nel settore dei trasporti. Piroscafi e treni a lunga percorrenza della seconda metà dell’Ottocento resero realizzabile ciò che inizialmente era solamente scritto su fogli di carta. Tra tutte le persone che coltivarono questo sogno e lo videro realizzarsi ci fu anche Elizabeth Cochran: la vita di questa giornalista statunitense, conosciuta con il nome d’arte di Nellie Bly, è talmente ricca di vicende da rendere il suo viaggio intorno al mondo una semplice passeggiata.

Elizabeth Jane Cochran, conosciuta come Nellie Bly, 1890 ca. (da Wikimedia Commons)
I primi anni di Elizabeth
Nata in un piccolo paese della Pennsylvania il 5 maggio 1864 dopo le seconde nozze dei genitori – entrambi erano rimasti vedovi – dovette affrontare numerose difficoltà fin dalla tenera età. A sei anni il padre Michael morì improvvisamente, lasciando la famiglia in difficoltà economiche. La madre, risposatasi con un veterano dell’esercito che si rivelerà un uomo alcolizzato e violento, chiederà il divorzio cinque anni dopo. Interrotti gli studi per mancanza di denaro, Elizabeth si trasferì con la famiglia a Pittsburgh, dove si manteneva facendo qualche lavoretto saltuario. La sua vita subì una svolta un giorno qualsiasi del 1885, quando rispose con una lettera ad un articolo del Pittsburgh Dispatch su tema del lavoro femminile. In quell’occasione venne notata dal direttore della rivista, che le propose di lavorare come giornalista.
L’attività di giornalista
Iniziò così una prolifica produzione di articoli per il giornale locale: al centro della sua attenzione finivano le persone più deboli, che non avevano possibilità di riscatto sociale, principalmente donne. Iniziò a firmarsi come Nellie Bly (dal titolo di una canzone del cantante folk Stephen Foster), pseudonimo con cui è divenuta famosa. Una regola del giornalismo dell’epoca, infatti, stabiliva che alle donne non era possibile scrivere firmandosi con il loro vero nome. Nel 1887 si trasferì a New York per poter lavorare per il New York World. Qui le venne assegnata un’inchiesta piuttosto pericolosa. Per una settimana si sarebbe finta pazza all’interno del manicomio femminile di Blackwell Island, così da poter indagare le precarie condizioni in cui le pazienti si trovavano a vivere.

Manicomio femminile di Blackwell’s Island, 1893 (da Wikimedia Commons)
È però nel 1889 che le si presenta la possibilità di compiere l’impresa più grande non solo della sua vita, ma di tutto il genere umano.
Il giro del mondo in 72 giorni
La mattina del 14 novembre 1889 Nellie si imbarcò da New York con un unico obiettivo: battere sul tempo Phileas Fogg, il protagonista del romanzo di Jules Verne, compiendo un giro completo intorno al mondo in meno di ottanta giorni. Dalle pagine del diario che scrive durante il viaggio emergono le descrizioni dei luoghi che attraversò, dalle città europee come Londra, Amiens e Brindisi, alle località esotiche come Port Said, Colombo e Hong Kong. Anche le persone che incontrava a bordo dei piroscafi e dei treni hanno ampio spazio tra le pagine. Dopo giorni e giorni di corse per prendere il mezzo di trasporto successivo, riattraversato l’Oceano Pacifico, Nellie ritornò a New York. Il cronometro segnava 72 giorni, 6 ore, 11 minuti: un record ben oltre le aspettative iniziali.
Le difficoltà e la rinascita
Dopo questa incredibile avventura, Nellie attraversò un periodo di stallo: l’attività giornalistica sembrava non entusiasmarla più. Nel 1895 sposò Robert Livingston Seaman, un ricco magnate molto più anziano di lei, e divenne manager dell’azienda del marito. Alla morte improvvisa di quest’ultimo nel 1904, una cattiva gestione della compagnia portò Nellie a dichiarare bancarotta nel 1911. In questi anni sembrò toccare nuovamente quel fondo da cui era riuscita a uscire in giovane età.

Nellie Bly in Polonia, 1914 ca. (da Wikimedia Commons)
Una nuova occasione le si presentò al momento dello scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914) quando le venne proposto di recarsi a Vienna come reporter per documentare l’andamento del conflitto. Spintasi fin lungo le trincee del fronte orientale, la rinata giornalista statunitense raccontò gli orrori di quella lunga guerra di logoramento che stava devastando il continente europeo.
Gli ultimi anni
Dedicò gli ultimi anni della sua vita al sostegno della popolazione più debole. Agli inizi del Novecento veniva reclamato a gran voce da parte delle Suffragette il diritto di voto per le donne e la giornalista non si tirò indietro nemmeno di fronte a questo impegno civile. Elizabeth Cochran, in arte Nellie Bly, morì il 27 gennaio 1922 a causa di una broncopolmonite, dopo essere diventata un simbolo di emancipazione femminile.