I primi anni di Jeanne Baret
Jeanne Baret nacque il 27 luglio 1740 nel villaggio di La Comelle in Borgogna. Era figlia di Jean Baret, operaio, e di Jeanne Pochard. Non c’è alcuna traccia di lei tra il 1740 e il 1764, ma con ogni probabilità visse la sua infanzia nella miseria e forse rimase orfana in tenera età.
Il 22 agosto 1764, Jeanne rilasciò una dichiarazione di gravidanza presso Digoin (Borgogna): era incinta di cinque mesi, ma non rivelò l’identità del padre. A quel tempo era servitrice nel villaggio di Toulon-sur-Arroux (nell’attuale dipartimento di Saône-et-Loire). Lì conobbe il botanico e medico del villaggio Philibert Commerson (1727-1773). L’uomo aveva già avuto un figlio nel 1762 e sua moglie era morta pochi giorni dopo il parto. Non è chiaro se la ragazza fosse già all’epoca a Toulon, né se fosse già a servizio di Commerson, che probabilmente era il padre del figlio che Jeanne aveva in grembo. Pochi giorni dopo la dichiarazione di gravidanza, infatti, i due lasciarono Toulon-sur-Arroux per Parigi. Al tempo Jeanne era conosciuta come “de Bonnefoi”, forse come precauzione per nascondere la sua identità a seguito dello scandalo che li costrinse a lasciare la piccola cittadina della Loira.
Jeanne arrivò a Parigi il 6 settembre 1764 e probabilmente partorì nella capitale. Il bambino venne poi lasciato a l’Hôpital générale e successivamente dato ad una balia. Purtroppo, morì qualche mese dopo vicino a Dreux.
Da Parigi all’Oceano
A Parigi, Commerson dovette rifiutare il posto di naturalista del serraglio del Re, che gli era stato offerto, a causa di una malattia. Pochi giorni dopo gli giunse un invito particolare: fu esortato a partecipare alla spedizione nelle Terre Australi, al comando di Bougainville e preparata dal Duca di Praslin, Ministro della Marina di Luigi XV. Ripresosi a malapena, inizialmente esitò, ma alla fine accettò la proposta. La partenza da Parigi per Rochefort era prevista per il novembre del 1766, ma Commerson e Jeanne partirono soltanto il 15 dicembre. Prima della partenza, l’uomo fece testamento: in una clausola veniva nominata Jeanne come sua governante e a lei sarebbe anche spettata una discreta somma.

La Boudeause (da Wikimedia Commons)
La spedizione era composta da due navi molto diverse. La Boudeuse era una nuova fregata di medie dimensioni, con a bordo molti ufficiali maggiori e i loro servi. L’Etoile era un flute, un veliero commerciale di dimensioni più piccole, che aveva già compiuto due grandi traversate. Nonostante fosse più piccola, l’Etoile trasportava cibo, provviste e vari oggetti da donare. Sull’Etoile c’erano anche Commerson e Jeanne, che si era imbarcata col nome di Jean, fingendo di essere il servo del naturalista. Per apparire virile, si fasciò il petto e si imbottì la vita con del tessuto. La ragazza nascose il suo sesso perché un ordine reale del 1689, riconfermato nel 1765, proibiva l’imbarco di donne a bordo delle navi del re per la notte o per un tempo superiore ad una visita ordinaria. Jeanne sarebbe invece dovuta rimanere a bordo per due anni. Gli ufficiali che non rispettavano questo ordine venivano sospesi per un mese, i marinai invece venivano condannati a 15 giorni in catene.
In viaggio sull’Etoile

Jeanne Baret vestita da marinaio (da Wikimedia Commons)
La Boudeuse lasciò il porto di Minde il 16 novembre 1766, mentre l’Etoile partì soltanto il primo febbraio 1767. Jeanne e Commerson si erano imbarcati con un entusiasmo che presto svanì. Entrambi soffrivano molto il mal di mare e difficilmente potevano passare del tempo insieme inosservati. Dopo un mese di navigazione, tra l’equipaggio si diffuse la voce che ci fosse una donna travestita da uomo a bordo. I superiori ignorarono a lungo questo disturbo, ma dato il sempre maggiore clamore, decisero di separare i due. Jeanne, per allontanare i sospetti, dichiarò di non essere «né uomo, né donna, ma del terzo sesso – eunuco».
L’Etoile arrivò a Rio de Janeiro in giugno e rimase nella zona di Montevideo per quattro mesi. Il botanico e Jeanne finalmente scesero a terra nella baia e fecero più volte delle spedizioni scientifiche. In quel periodo, Jeanne fu curata da una malattia acuta che l’aveva colpita durante la traversata. Il 14 novembre 1767 la spedizione di Bougainville ripartì da La Plata e il 2 dicembre erano in vista dell’entrata dello stretto di Magellano. Nella zona, l’equipaggio incontrò alcune popolazioni native della Patagonia, mentre Philibert e Jeanne andarono più volte alla ricerca di piante. La ragazza dimostrava di essere una botanica molto esperta e seguiva il suo maestro in tutte le erborizzazioni, in mezzo alle nevi e alle montagne ghiacciate dello stretto. Durante queste lunghe “passeggiate” portava provviste di cibo, armi e quaderni di piante. Molti compagni di viaggio ne lodavano il coraggio e la forza. Il chirurgo dell’Etoile, Vivès, scrisse nel suo diario «… non mi resta che dire in lode di lei che ha sorpreso tutti per il lavoro che ha fatto». La spedizione attraversò lo stretto e arrivò nell’Oceano pacifico il 26 gennaio 1768.
Tahiti e l’interrogatorio

Aoutourou (da Wikimedia Commons)
Ad aprile i marinai individuarono Tahiti. I nativi dell’isola andarono incontro alle navi con più di cento piroghe, portando doni che furono scambiati con l’equipaggio. Il 6 aprile gli uomini di Bougainville sbarcarono sull’isola, dove vennero accolti gioiosamente dalla popolazione e dove installarono un accampamento. Il giorno stesso Jeanne, appena arrivata sull’isola, venne avvicinata da un gruppo di nativi che la identificarono subito come donna. A seguito dell’incidente, la ragazza rimase sull’Etoile per tutto il soggiorno a Tahiti. Dopo l’uccisione di alcuni indigeni, la partenza venne affrettata e il 14 aprile le due navi salparono, non senza difficoltà. Con loro però partì anche un capo tahitiano, Aoutourou. Alla fine di maggio era ormai diventato impossibile ignorare la questione di Jeanne e la ragazza venne interrogata: confessò di essere una donna e di essersi travestita per poter salire a bordo. L’equipaggio dell’Etoile era infastidito dalla sua presenza, al punto che l’11 luglio 1768 nelle Seychelles alcuni suoi compagni la spogliarono e probabilmente abusarono di lei.
Gli anni sulle isole e la fine

Philibert Commerson (da Wikimedia Commons)
Il 28 settembre i viaggiatori si fermarono nella colonia olandese di Batavia (l’odierna Giacarta), per poi dirigersi verso l’Île de France, nelle Mauritius. L’8 novembre 1768, su richiesta dell’intendente dell’isola, Jeanne e Commerson vennero fatti sbarcare. L’obiettivo dell’intendente era far crescere delle piante di spezie tropicali a Mauritius, così da poter competere con le stazioni commerciali olandesi. Durante la loro permanenza sull’isola, si recarono anche in Madagascar. La coppia si impegnò dunque nella ricerca botanica: Philibert dedicò a Jeanne il genere Baretia «che presenta caratteri sessuali ambigui», con le varietà oppositiva, heterophylla e bonafidia, tutte sfaccettature del carattere della ragazza.
L’uomo, ormai malato da tempo, morì il 13 marzo 1773. Jeanne gli rimase vicina fino all’ultimo, dandogli sollievo. Da quel momento smise di nascondere il suo sesso e riprese a vestirsi con abiti femminili. A lei oggi si dovrebbe in realtà attribuire la classificazione delle collezioni di piante effettuate prima della loro spedizione in Francia. Successivamente, si sposò nel 1774 e nel 1776 tornò in territorio francese, trasferendosi col nuovo marito a Châtillon-sur-Chalaronne. Col suo ritorno in madrepatria, Jeanne Baret diventò la prima donna a circumnavigare il mondo. Morì il 1° luglio 1816, all’età di 76 anni.