L’infanzia, gli studi e l’arrivo nel Dodecaneso

Bianca Ripepi e Girolamo Sotgiu. Rodi, 1943 (foto di dominio pubblico)
Bianca Ripepi nacque a Reggio Calabria il 22 marzo 1922. Figlia di un ferroviere e di una casalinga, Bianca rimase orfana di padre all’età di sette anni. Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza in vari paesi della Calabria conseguì il diploma magistrale a Reggio nel 1940. Lavorò nella città calabrese per qualche mese come istitutrice in un collegio fino al 1941. In quell’anno si trasferì all’isola di Lero, nel Dodecaneso Italiano, ospite dello zio e della sua famiglia. La permanenza nel possedimento italiano rappresentò per la giovane insegnante un’esperienza fondamentale per la sua presa di coscienza politica. A Lero ebbe modo di vedere in maniera più ravvicinata gli effetti della guerra in corso e l’oppressione coloniale delle autorità fasciste ai danni della popolazione locale.
Rodi e la deportazione degli ebrei
Nell’estate del 1942 giunse a Rodi per sostenere gli esami scritti per l’abilitazione all’insegnamento. Nel capoluogo egeo incontrò Girolamo Sotgiu, futuro storico e politico, all’epoca professore di liceo, che l’anno successivo diventerà suo marito. Dopo aver ricevuto l’abilitazione per l’insegnamento ottenne una cattedra in una scuola pre-elementare e si trasferì definitivamente a Rodi. Il 1° maggio 1943 Bianca e Girolamo si sposarono e in ottobre nacque la loro prima figlia, Federica. Il 1943 fu un anno denso di eventi: il 25 luglio Mussolini venne deposto, e dopo l’Armistizio dell’8 settembre, i tedeschi occuparono le isole del Dodecaneso.

Carri armati tedeschi a Rodi, fine 1943. (da Wikimedia Commons)
Nel luglio del 1944 i tedeschi deportarono gli ebrei di Rodi nei campi di concentramento in Europa Centrale. Bianca Ripepi e Girolamo Sotgiu, con l’aiuto del console turco Selahattin Ulkumen e del sacerdote cattolico Angelino Guiot, riuscirono mettere in salvo 42 ebrei. Tra loro c’era una bambina di otto anni, Lina Amato che venne adottata dai coniugi Sotgiu e fatta passare per loro figlia, salvandola dalla deportazione nazista.
La fuga in Turchia e il ritorno in Italia
Tra il 1944 e il 1945 Girolamo Sotgiu ottenne dei contatti con il Service Security britannico e fu incaricato di portare dei documenti a degli agenti segreti britannici in Turchia. Nel dicembre del 1944 Bianca Ripepi, in attesa del secondo figlio, si imbarcò con la famiglia per Marmaris con falsi passaporti turchi. Nel gennaio 1945, con l’aiuto dell’esercito britannico, partirono per l’isola di Simi, ormai sotto il controllo dell’Amministrazione Militare Britannica. Rientrarono a Rodi nell’agosto e l’11 settembre Girolamo Sotgiu fu rimandato in Italia. Bianca Ripepi e i suoi due figli rimasero sull’isola fino al gennaio del 1946, quando furono riportati in Italia con una nave mercantile.
L’eredità di Bianca Ripepi: insegnante, politica e “giusta tra le nazioni”

Monumento in memoria delle vittime dell’Olocausto a La Juderìa, quartiere ebraico di Rodi (da Wikimedia Commons)
Dopo la guerra Bianca Ripepi si stabilì a Cagliari dove riprese a insegnare. Continuò la sua militanza politica nelle file del Partito Comunista Italiano e ricoprì ruoli dirigenziali nell’Unione delle Donne Sarde. Nel 1950 venne arrestata a Bono per aver partecipato alle lotte contadine per l’occupazione delle terre e portata al carcere di San Sebastiano a Sassari. Fino al 1999 fu presidente della Fondazione Istituto Storico “Giuseppe Siotto” di Cagliari. Nel 2002 uscì il suo libro di memorie Da Rodi a Tavolara. Per una piccola bandiera rossa. Morì a Cagliari il 26 marzo 2005, tuttora è sepolta insieme al marito, Girolamo Sotgiu, nel cimitero dell’isola di Tavolara. Per il loro impegno durante la guerra, a favore degli ebrei di Rodi, nel 2015 lo Yad Vashem di Gerusalemme nominerà Bianca Ripepi e Girolamo Sotgiu “Giusti tra le Nazioni”.
Testimonianza di Lina Kantor in occasione della cerimonia ufficiale per il riconoscimento di Bianca Ripepi e di Girolamo Sotgiu del titolo di “Giusti tra le Nazioni”. Aula del Consiglio Regionale di Cagliari, 25 marzo 2016
Breve documentario sulla città di Rodi, giornale radio del 7 giugno 1940 dell’Istituto Luce