Malaria, la “sarda intemperie”

Zanzara anofele, vettore del parassita Plasmodium Falciparum che causa la malaria (da Wikimedia Commons)
La malaria è una malattia provocata dal parassita del genere Plasmodium il quale viene inoculato attraverso la puntura delle zanzare anofele. Presenti in Sardegna, presumibilmente dal V secolo a.C., le febbri malariche hanno sempre avuto un forte legame con l’isola al punto di pregiudicarne lo sviluppo economico. Diffusa soprattutto nelle zone costiere e pianeggianti, poteva manifestarsi anche nei territori fino a 1.000 metri di altitudine. Il sistema feudale imposto dalla dominazione aragonese nel XIV secolo e le opere di disboscamento attuate dai Savoia verso la metà dell’Ottocento favorirono un dissesto ambientale che garantì la diffusione della malaria.
Paludi, zanzare e bonifiche

Carta della malaria in Italia (Luigi Torelli, 1882). Le aree gialle indicano i casi di malaria, quelle rosse i casi di malaria gravissima (da Wikimedia Commons)
Fino agli ultimi decenni del XIX secolo la scienza medica considerava i miasmi provocati dalle acque stagnanti delle paludi la causa della malaria. Un’ulteriore fonte della diffusione della malattia veniva ricercata nel dissesto ambientale e nell’incuria dei terreni. I progetti di bonifica e di colonizzazione rispondevano proprio a questa esigenza.
Dalla metà del Settecento fino agli ultimi decenni dell’Ottocento i governi avviarono delle opere di risanamento ambientale e di ripopolamento nelle aree del Sarcidano, della Nurra e dell’altipiano di Montresta, le quali, tuttavia, non sortirono gli effetti sperati. Tra il 1916 e il 1917 il governo attuò dei piani di prosciugamento delle paludi e di canalizzazione nelle aree di Alghero e di Terranova Pausania (la futura Olbia). Tuttavia i casi di malaria nella zona non diminuirono.
La scoperta dell’anofelismo e le bonifiche fasciste
Verso la fine del XIX, grazie agli apporti della Scuola Malariologica di Roma, si scoprì che la malaria era causata dalla zanzara anofele, la specie vettore del parassita Plasmodium Falciparum. Le nuove scoperte sulle capacità terapeutiche del chinino e le normative sulla sua distribuzione tra il 1900 e il 1907 apportarono un netto miglioramento tra la popolazione, interrotto solo dall’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.
Con il fascismo la lotta contro la malaria assunse un significato politico legato all’igiene razziale. Le bonifiche divennero un pilastro centrale della propaganda. La “Legge Mussolini” del 1928 diede il via ad opere di risanamento nelle zone paludose nelle province di Oristano e di Sassari. Tra gli anni Venti e gli anni Trenta il Regime fondò i due centri di Mussolinia (la futura Arborea) e Fertilia attraverso un’opera di colonizzazione di contadini veneti e romagnoli.
Il “Sardinia Project” (1946-1950) e l’eradicazione della malaria

Abitazione di Bosa (SS) in cui è stato sparso il DDT (1950) (da Wikimedia Commons)
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale bloccò brutalmente i progressi della lotta antimalarica. Riprese solamente alla fine del conflitto quando la Commissione di Controllo Alleata sperimentò l’uso del DDT per il debellamento delle anofele in Campania. Grazie all’interessamento dell’igienista Alberto Missiroli, degli scienziati della Rockefeller Foundation, del direttore dell’International Health Division e ai fondi dell’UNRRA (l’organismo internazionale che stanziava fondi per i paesi colpiti dalla guerra), venne costituito il 12 aprile del 1946 a Cagliari l’ERLAAS (Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofele in Sardegna). L’ERLAAS attuò il “Sardinia Project”: l’eliminazione della specie vettore della malaria, la zanzara anofele labranchiae.
Tuttavia i problemi tecnico-logistici per il reperimento dei materiali, le divergenze interne alle autorità su come attuare il progetto e le tensioni politiche nazionali acutizzate dal clima della Guerra Fredda rallentarono il raggiungimento degli obbiettivi del “Sardinia Project”. Tra il 1946 e il 1950 gli operai irrorano di DDT ogni abitazione e ogni specchio d’acqua dell’isola al fine dei eliminare le anofele. Verso la fine del 1950 la Sardegna raggiunse la negatività totale di casi di malaria. Il “Sardinia Project”, ultimo atto della guerra contro la piaga malarica, non raggiunse il suo obiettivo iniziale. Anche se la malaria venne eradicata dalla Sardegna, non si poté dire lo stesso per la zanzara anofele labranchiae.
Documentario dell’Istituto Luce del 6 ottobre 1939 sulla nascita e lo sviluppo di Mussolinia (l’attuale Arborea in provincia di Oristano)
The Sardinia Project. Documentario statunitense del 1949 prodotto dalla Shell Film Unit sul programma di eradicazione della malaria in Sardegna tramite l’uso del DDT