Nel 1938 l’attore e regista Orson Welles, per conto del suo Mercury Theatre on the Air, lesse alla radio un adattamento del romanzo La guerra dei mondi di H. G. Wells. Per impressionare gli ascoltatori, i produttori decisero di strutturare il racconto dell’invasione aliena in una serie di finti notiziari. Non potevano immaginare che migliaia di persone, abituate da mesi all’ascolto via radio di notizie sulle azioni sempre più preoccupanti della Germania nazista, avrebbero frainteso la finzione del programma al punto da generare una vera e propria isteria di massa.
Lo scrittore Giorgio Celli pubblicò nel quotidiano bolognese Il resto del Carlino un racconto intitolato Come ho ucciso Umberto Eco. Si trattava di un elzeviro, cioè di un articolo posto nella terza pagina di ogni quotidiano italiano e dedicato a una recensione, un saggio o un racconto di finzione; eppure, moltissimi lettori non si accorsero di nulla e credettero immediatamente alla notizia della morte del celebre semiologo.
Questi due episodi, per quanto diversi, dimostrano come sia sottile il confine tra verità e narrazione: l’efficacia delle fake news, infatti, dipende molto dalla credibilità assegnata ai mezzi di comunicazione che le diffondono.
Potete ascoltare la trasmissione di Orson Welles qui.
Se vi siete incuriositi potete leggere Umberto Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Milano, La nave di Teseo, 2018 e A. Brad Schwartz, Broadcast Hysteria: Orson Welles’s War of the Worlds and the Art of Fake News, New York, Hill and Wang, 2015. Non perdetevi i prossimi post dedicati alle fake news!